L’impresa sociale

La discussione pubblica sulle autostrade liguri e la partecipazione dei capitali di Cassadepositi e delle FOB pone il tema delle grandi opere e delle loro gestioni, il ruolo dello stato, e l’adeguatezza degli strumenti gestionali.

Non si dovrebbero usare strumenti e modi di pensare di altre epoche, vanno colte le opportunità del presente. Prassi e ordinamento ci offrono oggi strumenti che se coniugati tra loro potrebbero portare a gestire con professionalità, efficienza e forte vincolo al bene comune i principali snodi infrastrutturali del paese. Penso alla prassi ormai codificata de project financing nelle opere pubbliche e gli enti del terzo settore, che potrebbero diventare i realizzatori e gestori degli snodi infrastrutturali dell’Italia: immaginate enti efficienti ma senza fini di lucro, capaci di reinvestire l’utile in altri investimenti sociali.

Sul punto si è espresso recentemente anche Giulio Sapelli su Repubblica, riprendendo temi già esposti anni fa nell’intervista che qui riporto. All’epoca il codice del terzo settore non esisteva. Adesso c’è e sul tema si è pronunciata in maniera chiarissima anche la Corte Costituzionale con la sentenza n. 131/20.

http://www.vita.it/it/article/2015/07/05/sapelli–limpresa-sociale-e-il-futuro-a-prescindere-dalle-leggi/135766/